Coronavirus: ritorno a scuola, Roberto Burioni si confronta con le due domande che tutti si fanno

 

In questo momento, giustamente, uno degli argomenti più rilevanti nel dibattito su COVID-19 riguarda la riapertura delle scuole. Non voglio entrare nella polemica che oramai assomiglia molto a una lotta nel fango a scopi politici, ma siccome ho una bambina di 9 anni che deve tornare in classe voglio condividere con voi alcuni dati oggettivi.

La prima domanda che tutti ci facciamo è: i nostri bambini corrono rischi? A questa possiamo ragionevolmente rispondere perché abbiamo dati abbastanza affidabili. Basandoci sull’esperienza statunitense, dove i casi sono tanti e la sorveglianza molto buona, possiamo dire che in  grandissima parte i bambini non hanno gravi conseguenze da COVID-19: la loro malattia decorre quasi sempre in maniera clinicamente lievissima. Purtroppo quando parliamo di oltre sei milioni di casi totali, quel “quasi sempre” non corrisponde a “mai”.

Negli Usa si sono ammalati 476 mila bambini, 4.163 sono finiti in ospedale e 101 sono morti. Questi sono i numeri, nudi e crudi: la valutazione può farla autonomamente ognuno di voi. C’è da aggiungere che si è visto che COVID-19 può provocare raramente nei bambini una malattia infiammatoria che insorge qualche settimana dopo la guarigione. Sempre negli Usa sono stati registrati 649 casi confermati che hanno causato 11 morti (inclusi nel 101 menzionati sopra). Infine, molti mi chiedono le conseguenze a lungo termine di quest’infezione: purtroppo le conseguenze a lungo termine saranno note solo a lungo termine, non essendo possibile fare alcuna previsione.

ROBERTO BURIONI

Coronavirus: ritorno a scuola, Roberto Burioni si confronta con le due domande che tutti si fanno

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